Il fattore "D" : il voto delle DONNE firma ora
IL FATTORE “D”, IL VOTO DELLE DONNE.
di Silvia Nascetti (*) e gruppo Fb DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI (E...UOMINI CHE LE AMANO COSI')
Anche le elezioni regionali del 2010, si caratterizzano per un’evidente incertezza nel risultato.Sulle cartine delle proiezioni e sondaggi, infatti, molte regioni italiane sono ancora incolori: la coalizione che vincerà, lo farà con uno scarto percentuale di voti minimo, come è avvenuto nel 2005.
In termini statistici, invece, c’è un dato che dovrebbe essere tenuto in considerazione.
Un sensibile cambiamento culturale.
Il fattore “D” : il voto delle Donne.
Le Donne elettrici in Italia sono in maggioranza, rappresentano oltre il 50% dell’elettorato complessivo.
E’ un dato da non sottovalutare, né dal punto di vista statistico secondo i dettami di un pensiero calcolante, ma soprattutto a livello sociologico, secondo un più profondo pensiero filosofico e storico.
L'Italia,ultimamente, ha assistito ad una “mutazione genetica” delle modalità di carriera delle donne nelle Istituzioni e nei ruoli apicali delle Pubbliche Amministrazioni.
E, la Puglia, più di altri territori, ha dato lo start (o lo svelamento ?) ad un “sistema” che ai più era sconosciuto, figuriamoci alle donne madri, alle donne lavoratrici, alle donne “normali”.
Si’, donne “normali” ma non per questo prive di forza, coraggio, determinazione, merito, capacità e competenza.
Forti, coraggiose e determinate come le Donne italiane, come le donne del passato, le mogli dei pescatori, dei contadini, degli emigranti, dei militari … le c.d. vedove bianche, con i mariti lontani per giorni, per mesi, per anni, ma che hanno saputo educare, mantenere stretti e trasmettere ai propri figli i valori più autentici del popolo italiano.
Donne, giovani e meno giovani, che sono tenacemente avanzate negli studi, “senza riflettori e copertine dei settimanali di gossip”, che hanno registrato da anni un livello culturale maggiore dei propri coetanei maschi, si sono distinte nei percorsi di studio per maggior merito, sui luoghi di lavoro per evidenti pluri-capacità (multi-tasking), flessibilità e pronta risoluzione dei problemi (problem solving).
Donne competenti che, nella grande maggioranza, pur lavorando fuori di casa mantengono ancora la struttura tradizionale della famiglia italiana: lavoro, cura dei figli, assistenza agli anziani, impegno sociale.
Ma, in Italia queste Donne sono state insultate ed offese.
Sono consapevoli di essere state insultate nella loro DIGNITÀ e offese nella loro FEMMINILITÀ.
L’insulto è stato quello di vedere che il “più antico mestiere del mondo”, ipocritamente denominato “escort” (che, del resto, è un termine che proviene dal latino scortium=prostituta di infimo ordine) è più apprezzato per scalare ruoli pubblici rispetto alla valutazione, per esempio, di due lauree o un’indiscussa preparazione e dimostrata competenza professionale.
L’offesa è stata che la femminilità – valore alto, al vertice della scala dell’umanità, perché è generatrice della vita – è stata svilita e ridotta a uno scambio, una compravendita, una transazione per occupare ruoli apicali nelle amministrazioni pubbliche. Mogli di…, figlie di…, amanti di… nipotine di…e minorenni “adottate”, oggetti di abbellimento delle stanze dei Palazzi.
Non c’è censura morale. La mancanza di etica è il confondere il privato con il pubblico.
Poi, le quote-rosa vissute, più come un fastidio o una iattura, piuttosto che un valore aggiunto, una giusta rappresentazione della composizione della società moderna.
Ma…l’opinione delle “altre” donne, quelle “normali”, è ancora abbastanza silenziosa, è ancora consumata solo nelle case o nella cerchia privata delle relazioni, ma non è per questo meno influente, anzi rischia di esplodere, silenziosamente, in un “non perdono”.
Siamo in debito signori! Siamo molto in debito con i nostri amici uomini ! Vogliamo un atto coraggioso, quasi un atto dovuto, sicuramente difficile secondo il perverso attuale sistema che mortifica il “merito” delle donne. Vogliamo una reale testimonianza dei Candidati alla Presidenza delle Regioni Italiane.
Vogliamo un vero segnale: che siete con noi, che stimate noi Donne, fiere della nostra identità, orgogliose dei nostri cervelli e del nostro impegno verticale.
Un impegno non in contrapposizione, ma un impegno da condividere con gli amici uomini. Un impegno per il futuro dei nostri figli e delle nuove generazioni, che meriterebbero la trasmissione dei valori fondanti la nostra democrazia e della pari dignità.
Ci vorrebbe… ora più che mai, forse ce lo dovete. Ve lo dovete.
Mancano ancora troppe sedie al tavolo delle scelte: il segnale di un vero cambiamento sarebbe quello di invitare a sedere insieme a voi le migliori, le più competenti, le più capaci.
Le migliori Donne Italiane. Ne guadagneremmo tutti.
(*) Silvia Nascetti, giuslavorista,
fondatrice Gruppo Facebook “Donne che si sono stese sui libri e non sui letti dei potenti “ (10.000 aderenti)
Vice Presidente internazionale della Confédération de les femmes de la Meditérranée Paris
Imprenditrice e componente Direttivo Puglia-Basilicata AIDDA Associazione Donne Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda
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candidati, donna, donne, elettrice, elettrici, elezioni, elezioni regionali, partiti, politica, rappresentanza