Appello a Giorgio Napolitano, Undicesimo Presidente della Repubblica Italiana firma ora
Chi lancia e chi sottoscrive questo appello a Lei rivolto non lo fa in quanto militante o attivista in una parte politica, né vuole rivolgersi a Lei con i toni inutilmente accesi che hanno contraddistinto il dibattito sul Suo operato nella notte tra il 5 ed il 6 marzo. Ci rivolgiamo a Lei da semplici cittadini, spinti “semplicemente” da una fortissima preoccupazione.
Siamo perfettamente consapevoli che un Presidente della Repubblica non è una macchina, ma un essere umano, e probabilmente non riusciamo nemmeno ad immaginare le fortissime pressioni alle quali Lei può essere stato sottoposto dal governo quella notte. Siamo però altrettanto certi che Lei probabilmente non immagina neanche le fortissime pressioni alle quali noi “ragazzi e ragazze perbene” dobbiamo resistere nella vita quotidiana, in famiglia e sul lavoro, quando ne abbiamo uno, per continuare ad essere persone perbene, e le rinunce di ogni tipo che molti di noi devono affrontare per continuare a vivere in Italia senza cedere ad un sistema che ci offre solo due alternative: o sudditi o complici.
Ma Lei non è solo il signor Giorgio Napolitano, persona. Lei è il Presidente della Repubblica, massima carica istituzionale, Garante della Costituzione e Capo delle Forze Armate di un Paese che sta subendo il più grave attacco alla sua cultura ed alle sue istituzioni che sia mai stato sferrato dopo il fascismo. Non la invidiamo e non ci invidiamo per questo, ma ormai siamo in ballo, noi e Lei.
Lei è l’ultima autorità che ancora gode della stima e della credibilità necessarie a tenere assieme il Paese anche presso quei cittadini che hanno perso totalmente ogni fiducia nelle istituzioni repubblicane e che subiscono indifesi l’assordante propaganda messa in atto dal governo attuale. Lei nella notte tra il 5 ed il 6 marzo del 2010 ha lasciato che Giorgio persona prevalesse su Giorgio Presidente, ed ha ceduto, rischiando di compromettere questo immenso capitale di credibilità, di autorità e di potere che solo Lei ha e che mai nessun altro avrà in questo Paese, qualunque cosa faccia. E lo ha fatto firmando di corsa un provvedimento che non solo è palesemente incostituzionale come ha dimostrato la pronuncia del Tar del Lazio, ma non serviva nemmeno ad impedire che la candidata Polverini fosse esclusa, perché tutte le altre liste che la sostenevano erano ancora in gioco, compreso il “listino” del candidato governatore. Serviva solo ed esclusivamente a sancire, di fatto, che la lista del partito dell’attuale Premier potesse partecipare alle elezioni pur non rispettando alcuna delle regole procedurali a cui tutte le altre avevano dovuto sottomettersi per potere essere ammesse alla competizione elettorale. E, cosa ancora più grave, la “ratio” di tale provvedimento era che ciò dovesse avvenire in virtù del fatto che il partito dell’attuale Premier si è autoproclamato partito di maggioranza relativa in Lazio PRIMA ANCORA che la competizione elettorale avesse luogo, bypassando completamente il momento elettorale e prendendo a picconate il principio che costituisce il muro portante della nostra democrazia: la sovranità popolare espressa attraverso il voto.
Noi riteniamo che in seguito a questo suo cedimento, Lei subirà ancora pressioni di questo tipo: ci sono riusciti una volta, e ci riproveranno. Quello che le chiediamo è di non cedere ancora. Perché se cedono un ragazzo ed una ragazza perbene tra i tanti, pazienza, ma se cede Giorgio Napolitano è finita l’Italia.
Con rinnovata stima ed un affettuoso abbraccio di incoraggiamento.
I Suoi cittadini
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Informazioni
tutekulaDa:
Politica e GovernoIn:
Destinatario petizione:
Giorgio Napolitano, Undicesimo Presidente della Repubblica Italiana
Sostenitori ufficiali della petizione:
me medesimo e chiunque altro voglia firmarla
Tags
costituzione, decreto, elezioni, lazio, napolitano, presidente, repubblica, tar